Immagine di Fabio Bartoccioni
LA FESTA PATRONALE DELLA CITTA’ DI CIAMPINO
28-30 Giugno 2019
Da una settimana sono terminate le celebrazioni della Festa del Sacro Cuore, Patrono della città di Ciampino, una festa che si è ristretta nel tempo. Si sono alternati giudizi positivi e negativi, per questo motivo abbiamo voluto parlare con uno degli organizzatori e approfondire le tematiche relative.
Signor Cetroni, lei che da tanti anni è impegnato in questa ricorrenza, può raccontarci le difficoltà che incontrate?
Direi che la prima cosa negativa è la data della festa, viene tanti giorni dopo la Pasqua e può capitare dagli ultimissimi giorni di maggio ai primi due giorni di luglio. Di solito è a giugno e segue di circa un mese quella della Beata Vergine del Rosario. Ma a giugno possono capitare le elezioni, i campionati europei o mondiali di calcio, gli esami dei ragazzi, altre feste concomitanti come pure quella di S. Giovanni di Via Mura dei Francesi e poi, come è successo quest’anno, il caldo insopportabile.
Ma queste cose avvenivano anche quando la Festa ha avuto migliore gradimento.
E’ vero ma una volta c’era un contributo comunale, c’era un comitato composto da più persone, alcune purtroppo sono decedute, siamo rimasti in pochi e di contro sono aumentate le incombenze. Oggi occorre usare il pec, avere professionisti che preparano il piano sicurezza, il piano sanitario, gli stewards… una burocrazia che, impegnando costi e tempi, ha già mietuto tante feste e ne mieterà ancora. Sono finiti i tempi delle belle feste paesane di una volta!
Facendo intervenire un’ artista, un “nome”, la gente verrebbe più volentieri? In precedenza sono venuti Leali, Minetti, Vandelli, Rita Forte, Vianello e altri…
Eventuali ospiti hanno un costo molto alto. Gli impresari ci dicono che oggi sono pochi che possono permetterseli. Se poi, per loro, ci allarghiamo negli spazi tutti si lamentano della congestione del traffico. In questi ultimi due anni la festa ha occupato due sole vie e il cortile dell’oratorio.
Come vi finanziate?
Pubblicità, lotteria e mercatino, più qualche offerta. Tutto rigorosamente registrato perché il responsabile legale è il parroco, lui firma e noi collaboratori, non tradiremmo mai la sua fiducia. Approfitto per ringraziare i commercianti, sempre generosi.
Quali le cose positive di quest’anno?
Il fatto che Don Alessandro abbia voluto portare la statua del S. Cuore oltre la ferrovia, al Parco, per significare che il Patrono è di tutta la città. Lo ha ribadito anche di fronte al neo sindaco nella celebrazione della cerimonia. Mi è sembrata buona la partecipazione della gente, anche se non esaltante. Buoni gli artisti che si sono esibiti nel cortile interno. Ottima la mostra iconografica nel salone parrocchiale del maestro Roberto Roncaccia, che ha esposto splendide icone e illustrato come vengono decorate dagli artisti presso il laboratorio dell’Abbazia di Grottaferrata. In chiusura un bellissimo spettacolo pirotecnico.
Cose c’è da correggere, secondo lei?
Non mi posso permettere critiche e accetto il pensiero degli altri. Mi piacerebbe più partecipazione dei cittadini. Non ci dobbiamo dividere per parrocchie o per quartieri, è la festa della città. E occorre più pazienza, c’è diritto di critica ma troppo spesso si esagera. La festa dura due giorni e mezzo.
Bertoldo